QUADRATI FAMOSI

I QUADRATI PIÙ ANTICHI E FAMOSI

Pompei

Il Quadrato più famoso di tutti è senza dubbio il così detto “latercolo pompeiano”, ritrovato nella Grande Palestra. Fu lo studioso di antichi graffiti Matteo Della Corte[1] che il 12 novembre del 1936 rinvenne sulla colonna n° LXI un’insolita iscrizione.

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Il graffito della Grande Palestra disegno)

Riporta le parole:

   SAUTRAN VAL
S
 
R O T A S
O P E R A
T E  N  E T
A R E P O
S A T O R
INŌ

SAUTRAN VALE

 

 

Il professor Della Corte si rese subito conto di essere di fronte ad una versione del già famoso Quadrato Sator-Rotas e si rammentò inoltre di un’altra iscrizione ritrovata il 5 ottobre di undici anni prima nell’atrio della casa di Publius Paquius Proculus[2] (Regio I, Insula VII, Domus I).

Inizialmente questo ritrovamento non era stato riconosciuto perché incompleto. Riportava infatti solo le lettere:

E N E T
R E P O
A T O R
 

La casa di Paquio Proculo risaliva all’epoca dell’imperatore Nerone. Quindi l’iscrizione era databile tra la tra la metà del I secolo e il 79 d.C., data della fatidica distruzione di Pompei.

La Grande Palestra, invece, era stata danneggiata dal terremoto avvenuto nel 63 d.C., premonitore della successiva eruzione, e restaurata. Tuttavia il grande archeologo Amedeo Maiuri[3] ritenne che il graffito contenente il Quadrato fosse senz’altro antecedente al 63 d.C e risalisse all’epoca augustea. La sua opinione fu confermata da F. Focke[4] che esaminò lo strato di stucco che ricopriva la colonna LXI.

Il graffito della Grande Palestra è quindi la più antica testimonianza del Quadrato Sator-Rotas mai ritrovata, conservata dall’eruzione del Vesuvio per giungere fino a noi.

Aquincum

Era il 1952 quando l’archeologo Janos Szilagyi[5], durante gli scavi nell’antica Aquincum, alla periferia di Budapest, nei pressi di Obuda, rinvenne un mattone rettangolare che presentava un graffito con inserito un Quadrato. Faceva parte di un muro del palazzo del Governatore della Pannonia Inferior sulle rive del Danubio. L’edificio si può far risalire al 107-108 d.C.

ROMA TIBI SUB
TA    R  O  T  A  S
 O  P  E  R  A
 T  E  N  E  T
 A  R  E  P  O
 S  A  T  O  R
 

Dura Europos

Altri tre Quadrati di tipo Rotas furono rinvenuti durante gli scavi a Dura Europos, antica città situata sulla sponda destra dell’Eufrate, nel nord-est della Siria quasi al confine con l’Iraq. Appoggiata ad un’ altura, la città godette fin dall’antichità di una posizione commercialmente strategica, dominava infatti le vie del deserto siriaco, sia verso Oriente, che verso l’importante città di Palmyra.

L’anno successivo, negli stessi luoghi, fu scoperto un quarto esemplare del Quadrato. Questa volta però formato tutto con lettere maiuscole greche. Si tratta del più antico esemplare in greco, risale anche questo alla prima metà del III secolo d.C..

Ρ   Ο   Τ   Α   Σ
Ο   Π   Ε   Ρ   Α
Τ   Η   Ν   Η   Τ
Α   Ρ   Η   Π   Ο
Σ    Α   Τ   Ο   Ρ
 

I Quadrati di Dura Europos, scritti in momenti diversi tra loro, confermerebbero la diffusione del crittogramma tra i soldati delle legioni.

Roma

Presso i sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma fu rinvenuto nel 1969 un graffito del Quadrato palindromo, accanto ad altri esempi di quadrati letterali e di palindromi:

ROMA OLIM MILO AMOR                ROMA SUMMUS AMOR.

Cirencester

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Il Rotas di Cirencester (disegno)

Presso Cirencester, una cittadina del Gloucestershire inglese nelle cui vicinanze sorgeva la romana Corinium Dobunnorum, durante i restauri di una casa fu rinvenuto un mattone con impresso un Quadrato.

La casa nella quale fu rinvenuto nel 1868 il Quadrato è databile attorno alla seconda metà del I secolo d.C. e il laterizio sul quale è impresso potrebbe essere del III/ IV secolo, anche se mancano indizi precisi.

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Il Rotas di Manchester (disegno)

Abbiamo notizia di un altro esemplare di Quadrato scoperto in tempi recenti in Inghilterra e precisamente a Manchester. Nel 1978, durante scavi archeologici, fu rinvenuto un frammento di anfora che riportava un Quadrato Rotas. Il reperto è databile attorno al 185 d.C..

Modena

Inizia sempre con Rotas un esemplare del crittogramma inserito in un codice manoscritto (Cod. I 4) della Biblioteca Capitolare del Duomo di Modena. Ha forma lineare e si trova citato a margine del Versus de cavenda Venere et vino, verso sul divieto di fornicare e ubriacarsi, sotto il titolo De libidine. Risale all’882 d.C..

Sembrerebbe dunque che in questo caso lo scopo del Quadrato fosse ritenuto quello di proteggere dalle tentazioni più comuni, il vino e l’amore profano.

Montecassino

Risalirebbe al IX secolo, ma secondo altri potrebbe essere più tardo, il crittogramma ritrovato in un codice (Cod. 384 f. 154) della Biblioteca dell’eremo di Montecassino.

Per quanto riguarda questo Quadrato è interessante notare che riporta la parola ARPOS, al posto di AREPO.

Capestrano

Sulla facciata della chiesa di S. Pietro ad Oratorium a Capestrano, L’Aquila, a sinistra del portale a circa due metri d’altezza, si trova una lastra di pietra con un Quadrato Rotas.

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Il Rotas di Capestrano (disegno)

Il concio però è in una posizione molto particolare, infatti è inserito capovolto nella muratura per fare in modo che SATOR fosse visibile in alto, anche se tutte le lettere risultano al contrario.

All’interno della chiesa è da notare un grande affresco del Pater Noster, risalente alla prima metà del XII secolo, raffigurato tra i simboli degli Evangelisti e altri strani animali.

Questo esemplare del Quadrato è particolarmente interessante perché indica chiaramente la volontà di cambiare l’ordine delle parole del crittogramma. A partire dal IX secolo infatti prevalgono gli esempi di Quadrato Sator, che per un certo periodo convivono con gli esemplari in Rotas, poi spopolano e sono di gran lunga i più numerosi.

Magliano dei marsi

La chiesa parrocchiale di S. Lucia a Magliano dei Marsi, L’Aquila, è detta Chiesa Matrice e risale al XIII secolo. L’edificio sorge dove anticamente si trovava un tempio dedicato a Giove Statore. Sulla parte alta della facciata si vedono quattro formelle del 1200. Sulla sinistra, tra le zampe di un leone alato che afferra un piccolo cervo, si trovano incise le parole del Quadrato Rotas. Osservando con attenzione il bassorilievo si può notare come la parola SATOR sia schiacciata nello spazio tra le zampe del leone, ciò fa supporre che il crittogramma sia stato aggiunto in un secondo momento.

Flavigny-sur-Ozerain

Il Monastero di Flavigny-sur-Ozerain[6] fu edificato nel IX secolo e in un manoscritto della Biblioteca fu ritrovata una nota risalente al X secolo che riportava due quadrati molto interessanti in questa forma:

Rotas adrepo tenat opera sator.

Sator adrepo tenat opera rotas.

Si può notare che il Quadrato Sator si presenta nella forma classica, mentre il ROTAS secondo la lettura bustrofedica, cioè a zig zag.

Aosta

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Il crittogramma circolare di Aosta

Uno degli esempi più interessanti di Quadrato Rotas è stato scoperto nel 1999 ad Aosta, sotto il pavimento della Collegiata di Sant’Orso, durante scavi archeologici.

Il crittogramma si trova circa 50 cm. al di sotto del piano dell’altare e fa parte di una precedente pavimentazione in cottopesto. Il Quadrato è inscritto in un grande (m. 3,02 x 3,02) e bellissimo mosaico di forma quadrata nel quale è inserito un cerchio suddiviso in fasce concentriche.

Sul bordo esterno si leggono due esametri in rima:

† INTERIUS DOMINI DOMUS HEC HORNATA DECENTER

† QUERIT EOS QUI SEMPER EI PSALLANT REVERENTER

Segue un’ampia fascia circolare formata da un intreccio a rete, che come abbiamo visto richiama i grifi e gli enigmi.

Ancora più internamente si trovano le parole del Quadrato disposte circolarmente a partire da una piccola croce e leggibili da entrambi i lati in modo simmetrico.

Al centro del cerchio si trova l’immagine di un personaggio mitologico che cavalca un animale fantastico. È stato interpretato come Sansone che uccide il leone.

Nei quattro triangoli che si formano tra la losanga e il cerchio sono inserite altre figure animalesche. Un leone, un drago, un improbabile uccello con due corpi e una sola testa e un uomo pesce che regge un serpente. Sono rappresentazioni di costellazioni mitologiche.

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Fare un catalogo completo dei Quadrati che iniziano con SATOR richiederebbe un’intera enciclopedia. Possiamo però esaminare i più significativi.

Nel paese di Pescarolo e Uniti, in provincia di Cremona, nella chiesa di  S. Giovanni Decollato l’abside è interamente ricoperto da un tappeto musivo formato da frammenti di antichi mosaici, tra questi si può notare la parola ROTAS, scritta in verticale e con la esse finale posta di traverso. Nel simbolismo magico la S rovesciata è simbolo di oro sepolto.

Nel coro poi c’è anche un altro frammento del Quadrato, le lettere AR. Probabilmente facevano parte di un AREPO ormai perduto.

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Il Rotas della Pieve Terzagni

La chiesa fu edificata nell’XI secolo da Matilde di Canossa nella Pieve Terzagni, così chiamata dal suo nome latino Plebs Trinum Litterarum con riferimento alle tre lettere iniziali della Trinità.

Molti rinvenimenti archeologici testimoniano come il sito fosse abitato fin dall’antichità. In seguito è attestata un’intensa romanizzazione. Ciò ci permette di supporre che almeno una parte del pavimento utilizzato nel presbiterio della chiesa possa essere di epoca romana e che sia stato rimaneggiato più volte in epoche successive durante la risistemazione dell’edificio, tanto che ora forma quasi una specie di collage di figure e simboli. Tutte le figure sono rappresentazioni di costellazioni astronomiche.

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Il crittogramma stellato di Sermoneta (disegno)

In Italia uno degli esempi più interessanti di Quadrato si trova nell’Abbazia di Valvisciolo a Sermoneta, Latina.

Secondo la tradizione, questa abbazia fu fondata nell’VIII secolo da monaci greci e nel XIII secolo fu restaurata dai Templari. La particolarità di questo graffito è di presentare il crittogramma in un’insolita variante circolare. Riapparve sull’intonaco originale, nel lato occidentale del chiostro, dopo l’abbattimento di un muro durante lavori di restauro. Le lettere del Quadrato sono inserite in cerchi concentrici divisi in cinque settori e le parole sono disposte a forma di stella.

Tre interessanti quadrati furono rinvenuti su un ostrakon[7] del VII secolo conservato nel Museo del Cairo. Sono in lettere maiuscole greche. Nel Quadrato solo la parola ΣΑΤΩΡ corrisponde al latino SATOR. È interessante però notare che la parola ΑΝΗΡ del secondo quadrato che significa uomo, se viene capovolta vuol dire agnelli, pecore, si può quindi supporre che tutte le parole che formano i tre quadrati siano dei palindromi o dei bifronte greci.

Ma gli esempi più interessanti tra i Quadrati bizantini sono riconducibili ad una tradizione di colti filologi riuniti nei così detti Circoli di Bisanzio, che certamente conoscevano il crittogramma e il suo autentico significato.

Infatti in un codice manoscritto della Bibbia (Cod. Paris. Gr. 2511), scoperto nel 1874[8] e conservato a Parigi, lo scrivano ha inserito un Sator in lettere minuscole greche e la sua traduzione in greco. Risale al XIII-XIV secolo.

σ  ά  τ  ο  ρ

α  ρ  έ  π  ο

τ  έ  ν  ε  τ

ό  π  ε  ρ  α

ρ  ό  τ  α  ς

ο σπείρων

άροτρον

κρατεί

έργα

τροχούς

La traduzione dice:

Il seminatore tiene l’aratro, le opere, le ruote.

Nella traduzione greca le parole latine sono state tradotte letteralmente e AREPO è stato reso col termine aratro.

In genere gli studiosi tendono a pensare che l’autore, non conoscendo la parola árepo, l’abbia tradotta con quella greca che gli era più vicina come sonorità, árotron.

Si riferisce, invece, alla costellazione del Grande Carro, chiamata anche Aratro.

Come pure aveva ragione lo scrivano che nell’ultima pagina di un manoscritto in greco della Bibbia[9] (Cod. Vat. Gr. 346) conservato in Vaticano, tracciò un Sator in forma quadrata e lo attribuì ad un λατίνου ποιητού, un autore latino. Il manoscritto risale al XIV secolo.

Da notare che quest’esemplare riporta la parola αρατο al posto di arepo. Arato fu uno degli autori greci più noti dell’antichità per aver scritto un poema in versi con la descrizione di tutte le costellazioni allora conosciute.

Mentre a margine del foglio n° 22 di un codice di leggi manoscritto del XV secolo[10] (Cod. Paris. Suppl. Gr. 1238) sono riportati due Quadrati in greco nelle forme ΣΑΤΟΡ e ΡΟΤΑΣ. Accanto è scritta più volte la parola αρχή e l’apellativo ω υπέρτιμε, venerabilissimo, indirizzato probabilmente all’autore del crittogramma.

Nessuna soluzione valida può prescindere da queste indicazioni che ci vengono da una scuola di colti e raffinati filologi cristiani. Tutti gli indizi che ci forniscono sono fondamentali per comprendere il Quadrato e ci offrono un percorso da seguire per la sua corretta soluzione.

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[1] M. Della Corte, Rendiconti Accademia Pontificia, 1936 e Notizie degli scavi, 1939

[2] M. Della Corte, Pompei – Epigrafi della casa di Paquio Proculo, in Notizie degli scavi, 1929

[3] A. Maiuri, Notizie degli scavi, 1939

[4] F. Focke, Sator arepo. Abenteuer eines magischen Quadrats, Würzburger Jahrb. III, 1948

[5] J. Szilagi, Eine Ziegelstein mit Zauberformel aus dem Palast des Statthalters in Aquincum, Acta Antiqua  Academiae Scientiarum Hungaricae II, 1953/4

[6] R. Mowat, Sator Arepo Tenet Opera Rotas, Mémoires de la Société National des Antiquaires de France, 1905

[7] Walter E. Crum, Coptic Monuments, Catégorie générale des Antiquites du Caire, 1897/8

[8] C. Wescher, Bull. Soc. Antiqu. de France, 1874

[9] E. Klostermann, Analecta zur Septuaginta, Hexapla und Patristik XVI, 1895

[10] A. Dain, Rev.ét.lat. XXIX, 1951